Skip to main content

Il futuro dei social

Due chiacchiere con Alessio De Santa sui possibili scenari e sul valore dei contenuti

Qual è il futuro dei social e cosa significa creare un contenuto di valore che parta proprio da una buona comunicazione?

Ne abbiamo parlato con Alessio De Santa, aka @ilove.storytelling, sceneggiatore e primo tiktoker italiano a parlare di cinema. Trentino, ma trapiantato a Milano da circa 20 anni, è anche autore di due romanzi grafici: “La principessa che amava i film horror”, e “The moneyman”, una biografia di Walt Disney a fumetti, pubblicato in quattro Paesi. Laureato in Scienze della Comunicazione e diplomato in Book Publishing Strategies a Yale, nel 2020 ha fondato il progetto I love storytelling, attraverso cui ogni giorno racconta curiosità sul mondo dei cinema e delle serie tv.

Partiamo proprio dal nome del tuo sito: I love storytelling. Che cos’è per te lo storytelling e quanto è importante in una strategia di comunicazione aziendale?

Facendo riferimento al primo assioma della comunicazione, ovvero che non si può non comunicare, penso sia di vitale importanza per le aziende capire che la narrazione, anche quella legata ad un business, va studiata e curata nei minimi dettagli, altrimenti comunicare diventa non solo inutile, ma anche qualcosa che non corrisponde a quello che vuoi dire. In questi termini lo storytelling ti permette di controllare quello che stai comunicando sia ai dipendenti che ai clienti. Credo che se parliamo di business, per comunicarsi in modo efficace un’azienda ha bisogno innanzitutto di capire bene chi è, quali sono i suoi valori.

@alessio.desanta

Mi ha sempre fatto spaccare questa cosa di Spongebob [insta: ilove.storytelling] ##film ##spongebob ##imparacontiktok

♬ Badinerie - Elefanticomio

I social sono cambiati moltissimo negli ultimi anni, con una crescita esponenziale di nuove piattaforme come Tik Tok e Twitch. Proprio su queste due piattaforme, assieme ad Instagram, hai deciso di concentrare la tua attività. Ti va di raccontarci perché e qual è la tua preferita?

Quando ho deciso di iniziare a mettere il mio progetto online, ho scelto di partire con un social giovane, che era nato da poco: TikTok. Il perché di questa scelta è molto semplice: c’è un momento nella vita dei social in cui sono “giovani”, non a livello di età delle persone che iniziano a farne parte, ma nel senso che sono ancora dei territori inesplorati. Questo ti permette di posizionarti più facilmente rispetto ad un social che già esiste da parecchi anni. Prendiamo come esempio Instagram: quando capiti su un nuovo profilo c’è un momento in cui ti chiedi se valga la pena seguirlo oppure no mentre su TikTok, almeno all’inizio, non era così. Credo che provare nuove piattaforme e nuove strade faccia davvero la differenza in termini di successo.

Se parliamo di ordine di gradimento invece non ho una risposta netta: tutti e tre (TikTok, Instagram e Twitch ndr) sono a loro modo difficili. Parlando di TikTok per esempio, c’è uno scarto enorme (di like, visualizzazioni, commenti) tra i contenuti che funzionano e quelli che non funzionano, mentre su Instagram questo non succede. Questo significa però che se su TikTok un contenuto funziona bene, si fanno dei numeri pazzeschi. È una differenza che delle volte ha poco a che fare con il contenuto stesso e molto a che fare con l’algoritmo con cui è progettato ogni singolo social, in grado di amplificarne il successo o l’insuccesso.

Twitch, a differenza dei precedenti, non ha nessuna forma di discoverability (ovvero la possibilità di essere cercati/trovati facilmente), quindi è ancora più complesso avere del pubblico lì a meno che tu non ne abbia già da altre parti e non riesca a portarlo sulla piattaforma. Twitch però al momento è l’unico dei tre che ti permette di monetizzare la presenza online, quindi per chi ha una grossa fan base è molto redditizio, soprattutto se riesci a fare qualcosa che diventa virale. Al momento tutto questo resta appannaggio però di chi ha già una notorietà molto forte.

Ci dai una definizione di “buon contenuto”?

Dipende da cosa intendiamo per buon contenuto, dipende in sostanza da chi lo guarda. Per un social un buon contenuto è qualunque cosa tenga una persona sulla piattaforma. Dal mio punto di vista invece è un contenuto che abbia una parte educational, che riesca ad essere divertente e che sia un po’ in osmosi con il resto del social, ovvero che faccia proprio il modo di comunicare di quello specifico social.

Oltre ad essere molto attivo sui social hai anche scritto due graphic novel. Quanto è stato importante il tuo percorso per imparare l’arte dello storytelling?

Mi verrebbe da dire che i primi social della rete mi hanno insegnato a scrivere. Nei primi anni 2000 avevo un blog su Splinder che ho curato per diverso tempo. Avevo una community appassionata che mi seguiva con costanza e proprio grazie al blog ho imparato a scrivere per il pubblico e a interagire con loro. Tutte cose che adesso faccio quotidianamente e che probabilmente, senza quella esperienza, farei in modo diverso.


 

Nel 2020 hai aperto sito, Instagram, Tik Tok, Twitch e hai raggiunto un livello di popolarità pazzesco. Ci sveli il segreto di tanto successo?

Non avevo mai usato i social in modo professionale fino a febbraio. Certo, avevo i miei profili privati, ma era un’altra storia. Ero alla ricerca della strada giusta per il progetto da luglio 2019, a gennaio 2020 ho lanciato il sito (www.ilovestorytelling.it) e a febbraio l’ho trovata. L’ho trovata smettendo di intestardirmi su Instagram che non mi dava i risultati che speravo e spostandomi su TikTok che in quel momento era la “terra di nessuno”. Con il preconcetto che fosse solo un social per i ragazzini, nessuno provava a fare dell’altro. Ho lanciato il cuore oltre l’ostacolo e visto che sono sceneggiatore mi sono detto: “Proviamo a fare qualcosa sul cinema!”. In quel momento su TikTok erano solo in tre o quattro a provare a fare contenuti educational, quindi c’era lo spazio giusto per lanciarsi. I numeri grossi sono iniziati dopo circa quattro mesi che ero lì, anche se, come dicevo poco fa, i numeri “piccoli” di TikTok sono dieci volte quelli “grandi” di Instagram, se vogliamo fare un esempio parliamo di 20 mila visualizzazioni contro le 500 visualizzazioni a storia di Instagram. Una volta vista la differenza, ho deciso di imparare a usarlo bene, studiandone i format e il linguaggio.

 

computer schermata sito web ilovestorytelling

Sbilanciati: quale sarà THE Social dei prossimi anni?

Secondo me TikTok diventerà sempre più importante perché la community che lo compone adesso invecchierà e diventerà più interessante dal punto di vista economico. Sarà gente con più disponibilità economica e questo farà nascere interesse da parte degli inserzionisti.

Contemporaneamente Instagram, nonostante sia attivo da una decina d’anni, sta invecchiando molto bene, è sempre aggiornato ed è ancora l’ammiraglia di un sacco di influencer a cui la community è molto legata.

Clubhouse, per come la vedo io, ha tutti i numeri per diventare veramente importante nel panorama dei social. Ha una grossa capacità di fidelizzarti, in più la logica FOMO (Fear Of Missing Out - ovvero la paura di perdersi qualcosa) con cui sono erogati i contenuti, che durano solo nel momento in cui sono effettivamente creati, porta le persone a passarci davvero tanto tempo. Probabilmente questa cosa cambierà e verrà data la possibilità di registrare il contenuto o di poterlo vedere entro un tempo limite, ma per ora non è così. Tutti quelli che hanno iniziato ad usarlo e con cui mi sono confrontato si sono trovati in un vortice da cui è difficile uscire, è totalizzante.

Il fatto che il contenuto non debba essere visto ma solo ascoltato, come se fosse un podcast o una trasmissione radiofonica, ne facilita sicuramente la fruizione anche in macchina o mentre si cammina e questa è la sua vera forza. È un social di nicchia (attualmente è disponibile solo per sistema operativo iOs-Apple), ma in poco tempo, se trovi degli argomenti interessanti, riesci a coinvolgere nelle tue stanze virtuali delle personalità di spicco e fare delle esperienze davvero formative.

Penso che Clubhouse abbia le carte giuste per essere il nuovo arrivato che resta!

 

Riassuntone dei link utili

Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo

Submit to FacebookSubmit to LinkedInSubmit to Digg